In conclusione la dr.ssa Finizia di GSK ha terminato il suo intervento al 58° Simposio AFI parlando dell’analisi e della validazione del segnale e della vaccinovigilanza attiva.

Per poter svolgere una corretta signal detection è necessario analizzare il safety database globale regolarmente ed in modo sistematico per ogni vaccino, su tutti gli AEFI raccolti con frequenza diversa a seconda del tipo di vaccino (singolo, combinato, sottoposto a monitoraggio addizionale).

Una particolare attenzione deve riguardare i Designated Medical Event, ovvero eventi rari, eventi ad esito fatale e cluster di casi.

Gli eventi avversi vengono valutati per tipo, corrispondenza con classificazioni standard, per lotto, tenendo inoltre in considerazione eventuali reclami o difetti di produzione, variazione della frequenza di reporting di un evento noto rispetto all’atteso (observed vs expected), concomitanza di campagne vaccinali. I dati vengono stratificati per sesso, gruppi di età, zona geografica, stagionalità.
È importante eseguire un confronto con altri database (e.g. VAERS), per verificare i dati di letteratura e o dati di periodo.

Così come avviene per i farmaci, le coppie evento/vaccino con frequenza maggiore di un valore soglia prefissato, possono costituire un segnale. Un ulteriore criterio per la detenzione del segnale è costituito dall’utilizzo del TTO (Time to Onset); questo criterio esamina il tempo d’insorgenza dell’evento avverso: TTO nei 60 giorni post vaccino significativamente diverso dal TTO dello stesso evento con altri vaccini e/o di altri eventi dello stesso vaccino.
Il segnale deve essere analizzato con metodi sia statistici, sia tradizionali.

La validazione del segnale è un lungo processo: dopo la ricezione dell’evvento avverso, questo viene importato nel database. Si esegue, dunque, una signal detection su un campione valido e si valutano i dati e le informazioni raccolte. Nel caso in cui si riscontri un segnale significativo, si effettua una comunicazione alle autorità competenti e si adotteranno le adeguate misure correttive.

Tutto ciò che emerge dall’analisi dei segnali viene discusso in report periodici di sicurezza che rappresentano lo stato dell’arte delle conoscenze sul vaccino ed hanno come risultato l’aggiornamento continuo delle informazioni prescrittive.
Questo lavoro di vaccinovigilanza attiva continua per tutta la vita del prodotto e viene monitorato costantemente dalle autorità regolatorie che possono approvare/respingere tale report.
I report sono:

  • Periodic Benefit Risk Evaluation Report (PBRER): descrive il profilo beneficio/rischio di un prodotto nella fase post-marketing e rappresenta un’analisi critica, concisa e completa della sicurezza ed efficacia rispetto a quanto noto in precedenza
  • Risk Management Plan (RMP): descrive lo stato dell’arte delle conoscenze su tutti gli aspetto di un prodotto, ne descrive i rischi noti, quelli potenziali e le informazioni mancanti e mette in atto appropriati sistemi di mitigazione di tali rischi (Post-Authorization Safety Study – PASS, Safety Communications – DHPC/DIL, Regulatory actions come modifica RCP/FI, ritiro lotti etc., materiali educazionali e questionari specifici per tipo di evento) relativamente al monitoraggio di reazioni rare o lotto-correlate, dell’insorgenza di malattie autoimmuni o di reazioni ad insorgenza ritardata. Gli RMP costituiscono un valido strumento proattivo per individuare sempre più precocemente i segnali di sicurezza.