Si è tenuto a Rimini dal 8 al 10 giugno 2022 il Simposio AFI, l’evento italiano di incontro per gli esperti del settore farmaceutico. Volto alla sua 61° edizione, ha trattato come tema principale il ritorno al new normal. Come di consueto una delle sessioni è stata dedicata alla farmacvogilanza, qui ha avuto modo la dott.ssa Cagnato di Doc Generici Srl, di approfondire il tema del risk management e materiale educazionale.

Risk management: il ciclo di gestione del rischio

Come noto, l’azienda farmaceutica al fine di ottenere l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio e mantenere il prodotto sul mercato, deve monitorare il profilo di rischio/beneficio del farmaco, che dovrà presentarsi con esito positivo, ovvero i benefici dovranno essere superiori ai rischi. Ma questo non basta, infatti i rischi devono essere gestiti attuando delle misure di minimizzazione. Il processo si articola in diverse fasi:

  1. Monitoraggio dell’efficacia delle misure di gestione dei dati e raccolta dati
  2. Identificazione e analisi dei rischi e dei benefici
  3. Caratterizzazione del rapporto rischio/beneficio, che dovrà appunto avere esito positivo
  4. Individuazione e pianificazione delle misure di minimizzazione, che possono essere di routine o addizionali
  5. Implementazione delle suddette

Risk management plan: scopo e obiettivi

Le attività di minimizzazione e prevenzione del rischio, dovranno essere riportate nel così detto Risk Management Plan (RMP), un documento che ha l’obiettivo di:

  • Identificare e caratterizzare il profilo di sicurezza del farmaco
  • Indicare una eventuale ulteriore caratterizzazione del profilo di sicurezza
  • Documentare le misure di prevenzione o di minimizzazione dei rischi
  • Documentare gli obblighi post-autorizzativi

Tale documento dovrà essere implementato per ogni farmaco dell’azienda.

Risk management e materiale educazionale

L’individuazione delle misure di minimizzazione del rischio, può portare a due risultati: azioni di routine o misure addizionali (aMMR).
Le prime prevedono l’utilizzo di strumenti come il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP), il Foglio Illustrativo (FI), l’etichettatura e il regime di fornitura del medicinale. Queste devono essere applicate a tutti i farmaci.
Le seconde invece sono delle misure che vengono adottate come misure aggiuntive alle azioni di routine nel caso in cui queste non siano sufficienti, a livello locale nel Paese in cui viene commercializzato il farmaco. Rientra tra le misure di minimizzazione addizionali la distribuzione del materiale educazionale, come per esempio, guide informative o check-list per gli operatori sanitari o diari e schede di allerta per i pazienti.

Eseguire un’analisi è fondamentale per capire l’efficacia o meno delle misure di prevenzione e di minimizzazione. Il momento più adatto si aggira tra i 12 e i 18 mesi dall’implementazione e successivamente in fase di rinnovo del farmaco. Indici da analizzare sono: riduzione nella frequenza dell’insorgenza delle reazioni e del loro grado di severità. Utili sono anche i sondaggi tra i pazienti al fine di verificare se il contenuto del materiale educazionale sia stato compreso a pieno.

Il materiale educazionale

Il materiale educazionale viene redatto con l’obiettivo di prevenire o ridurre l’entità di un rischio oppure di migliorare il profilo beneficio/rischio del farmaco.

Il suo contenuto integra quello riportato nel RCP, nel FI e nell’etichettatura.

La sua diffusione può essere utile nella fase di prescrizione da parte di un medico, nella fase di dispensazione al paziente e, infine, nella fase di utilizzo del medicinale da parte del paziente stesso.

Nella stesura e valutazione del materiale educazionale, quattro sono le figure interessate: l’azienda, l’autorità regolatoria, l’operatore sanitario e il paziente.

Risk Management e materiale educazionale: il ruolo dell’azienda

Con l’entrata in vigore della legislazione europea in materia di farmacovigilanza, dal 2012 l’azienda è tenuta ad avere, per ogni prodotto medicinale, un Piano di Gestione del Rischio (RMP) che sia chiaro, esaustivo e ben articolato: devono essere dettagliati gli eventuali rischi, le misure di minimizzazione del rischio, specificandone il razionale, i messaggi chiave da divulgare e i metodi di implementazione e di valutazione.

L’azienda ha il compito di identificare i rischi e comunicare le misure di mitigazione dei rischi. Tale comunicazione è efficace se:

  • Sono stati correttamente individuati i target di destinatari
  • Sono state implementate linee di comunicazione su misura del pubblico di riferimento, come operatori sanitari e pazienti
  • È stato divulgato il materiale educazionale in tempi ragionevoli
  • È stata valutata l’efficacia delle misure adottate sulla base delle attività di farmacovigilanza

Inoltre, per evitare di divulgare informazioni disallineate o messaggi incoerenti conducenti a conseguente confusione, i titolari AIC di uno stesso principio attivo sono invitati dalle Good Pharmacovigilance Practises (GVP) a condividere e confrontare il loro materiale educazionale.

Risk Management e materiale educazionale: il ruolo dell’Autorità

Posto che il Risk Management Plan è un documento redatto dall’azienda, alla sua approvazione intervengono diverse Autorità:

  • Pharmacovigilance Risk Assesment Committee (PRAC): si occupa di valutare l’RMP e di analizzare le misure adottate
  • European Medicines Agency (EMA): pubblica dei riassunti degli RMP al fine di divulgarne le informazioni
  • Co-ordination Group for Mutual Recognition and Decentralised Procedures – Human (CMDh): aggiorna la lista dei rischi nel documento precedentemente approvato
  • Ufficio Misure di Gestione del Rischio (MGR) di AIFA, valuta e approva in Italia il materiale educazionale, se previsto dal RMP.

Risk Management e materiale educazionale: l’operatore sanitario

È di estrema importanza che l’operatore sanitario sia correttamente informato relativamente ai rischi eventuali legati alla somministrazione di un farmaco. Sarà suo compito altresì informare il paziente e invitarlo a leggere il foglio illustrativo ed altri eventuali opuscoli.

Risk Management Plan: criticità

Le criticità più comuni in cui è facile incappare sono:

  • Identificazione dei rischi e allineamento degli stessi tra farmaci con stesso principio attivo
  • Pubblicazione dei riassunti degli RMP a livello europeo, che spesso non sono completi
  • Valutazione della corretta divulgazione e comprensione del materiale educazionale ai pazienti
  • Identificazione del metodo di valutazione dell’efficacia delle misure di minimizzazione del rischio e conseguente decisione di implementazione di nuove misure.

Risk management: speranze e migliorie per il futuro

La dott.ssa Cagnato si augura che per il futuro possano essere messe in atto alcune azioni volte al miglioramento del RMP come la promozione dell’importanza della conoscenza dei contenuti delle MMR, la divulgazione di informazioni più capillare agli operatori sanitari, una maggiore proattività da parte delle aziende farmaceutiche, l’armonizzazione dei RMP tra i vari titolari AIC e la pubblicazione dei materiali educazionali su tutti i siti istituzionali per una più immediata identificazione dei rischi da parte degli operatori sanitari e dei pazienti.

Per appronfondire il tema del materiale educazionale puoi leggere anche: Materiale educazionale: il punto di vista dell’azienda farmaceutica e del paziente