Si è svolto anche quest’anno l’European Pharmacovigilance Congress, giunto così alla sua quarta edizione. Peculiarità di quest’anno la virtualità dell’evento, che ha comunque dato l’opportunità di partecipare ad ancora più persone da ogni parte del mondo.

Relatori internazionali tra i più esperti hanno dato vita a 10 interessanti sessioni:
1. Aggiornamenti da organizzazioni internazionali di farmacovigilanza
2. Rilevamento e valutazione del segnale
3. Innovazione digitale e tecnologica nella farmacovigilanza: opportunità per i pazienti
4. Danno epatico indotto da farmaci (DILI)
5. Regolamento delle sperimentazioni cliniche
6. Comunicazione sulla sicurezza dei farmaci
7. Farmacoepidemiologia e gestione del rischio
8. Aggiornamenti EudraVigilance/EVDAS
9. Sistema di qualità di farmacovigilanza
10. Regolamenti di farmacovigilanza locali e globali

Ecco cosa ne è emerso.

1. Aggiornamenti da organizzazioni internazionali di farmacovigilanza

L’evento è iniziato con alcuni aggiornamenti da parte delle principali organizzazioni di farmacovigilanza quali CIOMS, ISoP, Uppsala Monitoring Centre e PIPA. Prof Herve Le Louët, presidente CIOMS ha condiviso le pubblicazioni più recenti (https://cioms.ch/publications/product-category/recently-published/) e comunicato la possibilità di frequentare un e-training course per tutti gli iscritti all’ente (https://cioms.blendleren.nl/login.html).

Ha, inoltre, resi noti i 5 gruppi di lavoro, attivi ad oggi:
– CIOMS Working Group on Clinical Research in Resource Limited Settings (November 2017)
– CIOMS Working Group on Patient Involvement in Development and Safe Use of Medicines (April 2018) – WG XI
– CIOMS Expert Working Group on MedDRA Labelling Groupings (MLGs) (April 2019)
– Revision of CIOMS IV : Benefit Risk Balance for Marketed Drugs: Evaluating Safety Signals (September 2019) – WG XII
– CIOMS Working Group on Real World Evidence and Real World Data in Regulatory Decision (March 2020) – WG XIII
– CIOMS Working Group on Severe Cutaneous Adverse Reactions (SCARS) – Q3 2020

Jan Petracek, ISoP Advisory Board all’International Society of Pharmacovigilance, ha ricordato l’importanza di essere membri ISoP per poter accedere a corsi e training. Sarah Hall HonFPIPA, MRQA, Managing Director MIPSOL, ha dato aggiornamenti dal PIPA ricordando che sono sempre presenti guide e training.
Daniele Sartori, Pharmacovigilance Scientist all’Uppsala Monitoring Centre e studente DPhil in Evidence Based Medicine alla University of Oxford, ha riportato la lista degli ultimi 12 articoli pubblicati dall’UMC e ha esposto come l’Upsala Monitoring Centre abbia vigilato sul Covid-19.

2. Rilevamento e valutazione del segnale

La seconda sessione è stata invece dedicata alla ricerca del segnale.
Daniele Sartori ha riportato i processi di ricerca del segnale dell’UMC, mentre Arduino Mangoni, Professor and Head Dep. Of Clinical Pharmacology, alla Flinders University in Australia, ha invece argomentato sulla necessità di inserire negli studi clinici anche la popolazione più anziana, esclusa per la difficoltà di realizzazione dei reali rischi/benefici, specialmente in casi di pazienti sottoposti a più cure. Infine Glyn Belcher, CEO di PV Consultancy Ltd, ha portato alcuni esempi pratici di ricerca del segnale in diversi campi, come per esempio il caso Rofecoxib: eseguendo l’analisi del segnale in fase di studi clinici e preclinici è stato trovato un aumento del rischio di eventi cardiovascolari dallo studio in doppio cieco controllato con placebo nella poliposi coli.

3. Innovazione digitale e tecnologica nel fotovoltaico: opportunità per i pazienti

In questa terza sessione Juergen Schmider, Presidente vigilanza su farmaci e dispositivi alla Consulting LLC, ha mostrato come la tecnologia possa aiutare e semplificare alcune attività della farmacovigilanza come, per esempio, la cattura degli ICSR, la ricerca del segnale e i report aggregati.

4. Danno epatico indotto da farmaci (DILI)

Marco Tuccori, Unit of Adverse Drug Reactions Monitoring all’Università ospedaliera di Pisa, ha evidenziato la questione della presenza sul mercato di molti farmaci per i quali il potenziale epatotossico non è chiaro. Infatti, i modelli preclinici di tossicità epatica sono scarsamente predittivi del potenziale epatotossico nell’uomo poiché la maggior parte dei farmaci può causare danni al fegato con meccanismi idiosincratici. Gli studi clinici avrebbero un grande potenziale nell’identificare con una buona approssimazione i farmaci che causano gravi danni al fegato, ma data la rarità delle reazioni idiosincratiche e la limitazione del campione, la popolazione arruolata negli studi clinici non può catturare questi eventi. È per questo fondamentale attuare un preciso monitoraggio post marketing e attuare strategie di minimizzazione del rischio.
Anche Glyn Belcher, , ha sottolineato l’importanza di un accurato monitoraggio delle reazioni averse e del segnale portando il caso del Pioglitazone i cui studi hanno rilevato una significativa epatotossicità. Sebbene sia fondamentale che prescrittori e pazienti siano informati a riguardo, questo a volte può essere controproducente in quanto i pazienti potrebbero rifiutarsi di assumere il medicinale per via della preoccupazione di possibili effetti collaterali gravi.
Mario Bertazzoli, Direttore, responsabile del gruppo per la sicurezza dei farmaci e medico di riferimento per l’EU-QPPV alla Helsinn Healthcare SA, ha portato il caso studio Nimesulide, mostrando l’evoluzione del suo utilizzo negli anni in seguito ad affioramento di diverse reazioni avverse. Dopo anni di dibattiti, che hanno condotto all’adozione di misure di sicurezza quali la specificazione della durata del trattamento e la riduzione dell’assunzione concomitante di potenziali prodotti epatotossici, è stato confermato dall’EMA che i suoi benefici sono superiori ai rischi.
Sono inoltre state introdotte azioni di minimizzazione del rischio, come studi sull’utilizzo di farmaci, educazione dei medici prescrittori sul corretto uso di nimesulide attraverso materiale educativo, lettere ai “Direct Healthcare Professional” e sessioni di formazione ad hoc.

5. Regolamento delle sperimentazioni cliniche

Elena Prokofyeva, Capo dell’Unità per la sicurezza dei farmaci, DG PRE Autorizzazione / Divisione R&S (umana) Agenzia federale per i medicinali e i prodotti sanitari di Bruxelles, ha parlato della Regolamentazione Clinical Trials 536/2014 chiarendo che non tutti gli Stati membri dell’UE sono pronti e che il modulo di sicurezza CTIS non è ancora pronto per il go-live.

6. Comunicazione sulla sicurezza dei farmaci

Giovanni Furlan, Direttore principale del rischio di sicurezza alla Pfizer, ha esposto un interessante intervento su come una non chiara comunicazione sulle reazioni avverse possa influenzare negativamente i pazienti. Ne è un esempio l’effetto nocebo, un condizionamento negativo da parte del soggetto in cura rispetto a un determinato farmaco con conseguente evento avverso dato da suggestione. Una soluzione – riferisce Furlan – potrebbe essere una comunicazione piùà precisa e trasparente delle reazioni averse tramite numeri e infografiche nel foglietto illustrativo del farmaco così da far comprendere meglio la probabilità reale di rischio di reazione avversa ai pazienti contrari.

7. Farmacoepidemiologia e gestione del rischio

Il discorso di Jan Petracek, , ha volto l’attenzione al piano di minimizzazione del rischio invitando a seguire 6 semplici passi per un piano di successo:
1.Identificare il rischio
2. Definire gli obiettivi
3.Integrare il sistema sanitario (a livello globale e locale)
4.Effettuare una stima dell’onere
5.Minimizzare il rischio in base all’evidenza
6.Proporzionalità

Ha inoltre lasciato 5 suggerimenti per una minimizzazione del rischio:
1.Effettuare un’analisi degli oneri di riduzione al minimo del rischio
2.Evitare pregiudizi commerciali
3.Eseguire pilotaggio e test
4.Negoziare un’implementazione locale del -proprio piano globale
5.Garantire la pianificazione per il successo

8. Aggiornamenti EudraVigilance / EVDAS

Calin Lungu, MDMRQA, BCPM, Eudravigilance and XEVMPD – EMA, CEO, DDCS, nell’ottava sessione ha analizzato l’EudraVigilance Operational Plan pubblicato a Marzo 2020. Dal suo intervento emerge che essendo i componenti SPOR (Substance, Product, Organisation and Referential data) ancora in fase di implementazione, si continuerà a utilizzare XEVMPD, dopodiché i dati XEVMPD verranno convertiti da EMA nel format ISO IDMP e migrati in SPOR.

9. Sistema di qualità FV

Raj Bhogal, Sr. Director, R&D Audits & Inspections alla Jazz Pharmaceuticals, ha spiegato come affrontare le ispezioni, mostrando quali sono stati i findings più comuni negli ultimi anni e quali le conseguenze delle poche carse scadenti ispezioni: chiunque abbia a che fare con informazioni di Safety o AEs deve essere pronto a subire ispezioni. Alcuni modi per prepararsi sono formare il personale, assicurarsi la compliance e preparare tutta la documentazione necessaria in anticipo, così da sanare eventuali lacune in tempo.
I findings e i major trovati negli ultimi 3 anni riguardano principalmente la gestione del rischio, il sistema di gestione della qualità e la valutazione della sicurezza in corso.
Da ispezioni con risultati scarsi potrebbero conseguire rimedi con sforzi più onerosi rispetto ad azioni preventive, possibile impatto negativo su approvazioni future e in casi più gravi sospensione, o revoca della licenza, o addirittura sequestro.

10. Regolamenti FV locali e globali

Phillip Eichorn, Senior director di Pfizer Pharmaceuticals, ha rivolto l’attenzione verso I Patient Support Programmes e i Market Research, strumenti utilissimi per capire come viene percepito un farmaco dal consumatore e, con un’adeguata formazione del personale addetto, e per intercettare informazioni di Safety come la mancanza di efficacia, eventuali usi OFF-label o errori di somministrazione. L’importante è saper filtrare bene i dati e non fare confusione sporcando il database con casi inappropriati.

Margherita D’Antuono, Corporate PV Director, EU QPPV di Italfarmaco ha spiegato invece cosa è il PSMF e quali sono i requisiti per i paesi Extra UE, e come organizzarsi per gestirlo al meglio. Ecco i 4 punti chiave:
1. Costruire una chiara struttura globale dell’organizzazione di farmacovigilanza
2. Attuare, se necessario, una delega scritta
3. Supervisionare il sistema a cascata
4. Istituire una funzione dedicata.

A conclusione dell’evento possiamo affermare che anche quest’anno la qualità degli argomenti presentati dai relatori è stata eccellente e il congresso dal punto di vista delle presenze è stato un successo: un altro grande trionfo di cui siamo stati testimoni e sponsor.